La poetica di Adriana Alberghina
Tra pittura e fotografia, Adriana Alberghina individua una “correlazione”, capace di rendere infiniti gli spazi per la scelta di nuove vedute.
<<A chi dice che la pittura è morta con la fotografia, io rispondo che la pittura è rinata grazie alla fotografia, dando luogo ad una ventata di rivoluzione. Checchè se ne dica, pittura e fotografia vivono da sempre in correlazione, tanto da poter istituire parallelismi e curiose analogie viaggiando indietro nel tempo. La pittura, così come la fotografia, è molto di più di un “semplice” strumento per riprodurre qualcosa di già esistente. Esse costituiscono due delle facce di uno splendido poliedro, il quale in ogni sua manifestazione rende vita a tutto quanto risieda nell’animo e nella mente, che va al di là di ogni parola pronunciata o scritta, finita. Un punto di vista, forse troppo focalizzato sulla realtà materiale, costretta a lunghe ed estenuanti pose da ritratto, cambia prospettiva e sposta il suo asse dall’esterno verso l’interno. Il mondo dell’interiorità è un mondo tanto profondo e magico e colorato, quanto dotato di forme ancora da plasmare. La pittura rende corpo l’intangibile, rende visibile l’invisibile, e la fotografia lo fissa in eterno. E’ magia? E’ arte”>> (Adriana Alberghina)
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